Albania Si gira 2022
“In che modo le aspettative, le speranze o le prognosi che sono proiettate nel futuro vengono articolate nella lingua?” Questa domanda che Reinhart Koselleck si pone nel suo libro “Futures Past” ha guidato la nostra selezione di film per la quarta edizione di “Albania Si Gira”. Al cospetto degli eventi in Ucraina riteniamo che sia necessario riflettere sul modo in cui il passato viene utilizzato per pianificare il futuro. Il conflitto, la pandemia e la polarizzazione politica che era emersa già negli anni precedenti ci hanno reinserito in una dimensione di futuri catastrofici, che fino a pochi anni prima pensavamo appartenessero al passato. Ci troviamo infatti costretti a fare calcoli sulle conseguenze di attacchi nucleari come ai tempi della Guerra Fredda. Il nostro obbiettivo è indagare i diversi futuri che sono stati elaborati nel passato per capire come condizionano le nostre attuali concezioni dell’avvenire. I film e i talk ci permetteranno di analizzare il legame ambiguo tra l’immaginazione del futuro e la narrazione del passato nelle società albanesi in rapporto a contesti storicamente contigui.
A partire dall’inizio del Ventesimo secolo la storia dell’Albania è stata caratterizzata da diverse temporalità che ne hanno scandito il modo di pensare il futuro. Durante l’epoca imperialista che raggiunse l’apice con l’occupazione dell’Italia fascista dell’Albania, il mondo era destinato ad essere diviso tra “razze” dominanti e dominate. Nel periodo comunista, l’idea di avvenire poggiava sul desiderio di superare le differenze tra gli esseri umani e abolire lo Stato. Nel corso della transizione si ricercava la giustizia e la democrazia, che sarebbero dovute culminare con l’ingresso di tutti gli albanesi nell’Unione Europea. Quest’idea di futuro resta irrealizzata. Tante persone, albanesi e non, non sono più in sincronia con il ritmo lento delle temporalità transitorie in cui presumibilmente si trovano le società in cui vivono. Ciò vale per molti est europei che si aspettavano di ridurre il divario di benessere con gli occidentali, per gli abitanti delle colonie che sono sottoposti allo sfruttamento delle imprese occidentali e dei loro clienti locali e per tanti europei dell’ovest che sono colpiti da crisi economiche perpetue. Le mancate promesse della “democrazia popolare” e della “democrazia liberale” hanno indotto le persone a ricalibrare il futuro in base a prospettive che sembrano offrire maggiori possibilità di riscatto sociale.
Nel festival analizzeremo il modo in cui le aspettative e i sacrifici compiuti per realizzare un futuro influenzano il rapporto tra i cittadini e le istituzioni alle quali viene affidato il compito di guidare la marcia verso l’avvenire. Quest’anno abbiamo incluso opere che utilizzano la musica e il suono come particolare strumento di narrazione poiché ci permettono di affrontare i temi attraverso un orizzonte sensoriale più ampio. Mediante i film individueremo le tracce che ha lasciato nella società attuale albanese il desiderio di abolire le gerarchie sociali e di fondare nuove ecologie. Le opere cinematografiche ci aiuteranno a comprendere come gli albanesi si rapportano al perdurare di ingiustizie sociali come quelle che caratterizzano la Repubblica del Kosovo dove i cittadini non sono ancora liberi di varcare i confini del Paese. Rifletteremo inoltre sulle conseguenze delle politiche di esotizzazione ed esclusione che contraddistinguono i Balcani e le cosiddette “comunità diasporiche” in Italia e in Europa occidentale. In connessione a questo tema dedicheremo attenzione ai problemi che sorgono dall’emarginazione, dalla xenofobia e dal razzismo di cui gli albanesi sono soprattutto vittime, ma anche complici e carnefici.
Ci auguriamo che la visione dei film possa contribuire a comprendere la continuità tra i futuri passati e i passati futuri al fine di generare una riflessione su come possiamo prenderci meglio cura del nostro avvenire. Buona Visione!
Fabio Bego e Nensi Bego